C’è chi pensa che la gentilezza sia un passo falso.
Un segno di debolezza.
C’è chi pensa che essere gentili
equivalga ad essere un po’ stupidi.
Sorridere a chi non conosciamo
quasi a dire: guarda che lo so
quant’è dura andare avanti.
Se ti senti triste e sfigato
sono triste e sfigato con te.
Se ti senti felice, allora lo sono anche io.
È un qualcosa che non comprenderanno
mai.
C’è chi pensa che delle persone gentili
sia facile approfittare.
Non lo sanno mica che la gentilezza
è quella forma astratta d'empatia
a metà strada tra pensiero ed eleganza
dove la bellezza abbraccia la rivoluzione
e conquista il coraggio.
Non lo sanno mica
che la gentilezza è un vanto.
Un guanto.
Un respiro.
Un modo, forse l’unico
per evadere dalla prigione
della rabbia.
Non lo sanno mica che la gentilezza
non chiede nulla in cambio.
Se non, di avere gentilezza.
C’è chi pensa che la gentilezza
spetti solo agli altri.
Senza avere l’accortezza di capire
che insieme si combatte
contro chi ci vuole spenti.
Vuoti.
Contro chi ci vuole soli.
Che poi gli stronzi esisteranno sempre.
Quelli che in questo mondo di merda
si mimetizzano perfettamente.
Quelli che si sentono a loro agio
nelle sfortune altrui.
Quelle persone che la nostra gentilezza
non la meriterebbero affatto.
Siate gentili anche con loro.
Perderanno il loro tempo
cercando di capire perché
con voi non riescono ad entrare.
Cercando di capire perché con voi
è diverso.
Siate gentili e restatelo sempre.
Tutto il resto è tempo che non scorre.
Tutto il resto, credetemi
è soltanto tempo perso.
Andrew Faber