Ci si lascia perché si pensa: tanto ho patito delle umiliazioni, allora tanto reagisco, e mi trasformo. Ed è qui che le coppie si separano malissimo, e con grandi sofferenze, buttando all’aria bambini, patrimoni e salute. Sono atti reattivi, disastrosi.
Viceversa, la Mitezza è ingrediente prezioso per vivere i sentimenti: non significa essere buoni e cedevoli (questo è l’umile), ma essere buoni, intelligenti, giusti, acuti di pensiero, critici e autocritici. L’umile è instupidito, sbiadito; il Mite conserva le tinte forti. In una malintesa educazione cattolica, alla donna viene spesso detto “sii umile”: è una spersonalizzazione in nome del maschio e dei figli, per cui le viene chiesto di sopportare per un bene superiore. Quante donne hanno patito con un simile cilicio psicologico, quanto danno nelle famiglie!
“Sii mite” significa invece: ascolta, fatti carico, ma resta donna, perché l’uomo non ha bisogno di un nulla femminile, ma della femminilità in tutte le sue espressioni. E questo vale anche per l’uomo, in questi anni di sua crisi, in cui volendo smorzare il machismo ha perso la propria identità. Che anche l’uomo acquisti allora la Mitezza: è avere forza senza perdere la virilità.
di Rosita Ferrato
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