Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita,
ho letto da qualche parte
che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto:
possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte, nei momenti di confidenza,
oso pensare, Signore,
che anche Tu abbia un'ala soltanto,
l'altra la tieni nascosta,
forse per farmi capire
che Tu non vuoi volare senza me,
per questo mi hai dato la vita:
perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami allora, a librarmi con Te,
perché vivere non è trascinare la vita,
non è strapparla, non è rosicchiarla,
vivere è abbandonarsi come un gabbiano
all'ebbrezza del vento.
Vivere è assaporare l'avventura della libertà
vivere è stendere l'ala, l'unica ala
con fiducia di chi sa di avere nel volo
un partner grande come Te.
Ma non basta saper volare con Te, signore
Tu mi hai dato il compito
di abbracciare anche il fratello
e aiutarlo a volare.
Ti chiedo perdono, perciò,
per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.
Non farmi più passare indifferente
vicino al fratello che è rimasto
con l'ala, l'unica ala
inesorabilmente impigliata nella rete
della miseria e della solitudine
e si è ormai persuaso
di non essere più degno di volare con te,
soprattutto per questo fratello sfortunato,
dammi, o Signore un'ala di riserva.
Nessun commento:
Posta un commento