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martedì 8 dicembre 2009

Giorgio Faletti - L'Assurdo Mestiere


Benedetto tu sia....
E per le cose tonde e per le cose quadre
Per le carezze di mio padre e di mia madre
Per il futuro da leggere invano girando i tarocchi
Per le linee della mano diventate rughe sotto gli occhi
Perché tutto è sbagliato ed è così perfetto
Per ciò che vinco e ciò che perdo se scommetto
Tu sia benedetto
Benedetto tu sia
Per avermi fatto e messo al mondo
.....
Ma io no
Mi dispiace ma sono solo un uomo e non ne son capace
Ma c'è una cosa che ti chiedo ed è un favore
In cambio del bisogno del dottore
Mentre decidi ogni premio e ogni castigo
Mentre decidi se son buono o son cattivo
Fa che la morte mi trovi vivo
E se questo avverrà io ti prometto
Che mille e mille volte ti avrò benedetto
E se per caso non ci sei come non detto
E avrò davanti agli occhi la mia mano aperta per il troppo sole
E andrò verso la notte con il passo calmo del seminatore
Aspetterò seduto lì per dare un nome all'ombra di qualcuno
Che per un poco sembrerà sia tutti e non sarà nessuno
Perché c'è sangue, c'è fatica, c'è la vita
Anche se a volte ci si spezza il cuore
In questa assurda specie di mestiere
Che è l'amore

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